Agosto 2020

Fuori controllo?

Il continente africano si avvia a raggiungere il milione di casi positivi al Coronavirus. Le persone decedute sarebbero circa 20.000, ma è un dato quasi sicuramente sottostimato secondo molti epidemiologi. Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità continuano a cercare di individuare il mese in cui avverrà l’eventuale picco. Prima parlavano di luglio, poi agosto, ora settembre. La nostra impressione è che purtroppo si continuerà così ancora per mesi in attesa del vaccino. I numeri sono in forte ascesa in quasi tutti gli stati. Il Sud Africa, il paese più industrializzato del continente, ha registrato ad oggi 450.000 infezioni e 7.000 morti. Ci sono almeno 13.000 operatori sanitari infettati. La percentuale di test effettuati sulla popolazione è forse la più alta dell’Africa. In Nigeria invece, che con 200 milioni di abitanti è la nazione più popolata, i casi riportati sono 40.000, anche perché il numero di esami non raggiunge i 3.000 per giorno, neanche un decimo di quelli effettuati in Sud Africa che ha un quarto della popolazione della Nigeria. In Kenya abbiamo superato i 20.000 positivi, con una media di 600/700 nuovi casi al giorno. I dati governativi parlano di quasi 300 deceduti, ma come per molte altre patologie i report epidemiologici non sono certi. Non c’è una diagnosi certa per chi muore in baraccopoli oppure nei villaggi delle zone rurali.

Una nota positiva nell’ambito delle possibili cure per il COVID-19 è che in Kenya si stanno iniziando clinical trials con due farmaci già sperimentati con evidenza scientifica in altri paesi: il Remdesivir, già utilizzato in Africa Occidentale contro Ebola, e il Tocilizumab, provato con buoni risultati in Italia. Allo stesso tempo invece in Madagascar, dove i casi sono in crescita, il ministro della Sanità che invocava la necessità di mezzi di protezione per i sanitari è stato censurato dal Presidente che continua a proporre lo sciroppo anti-Covid prodotto localmente. Il presidente della Tanzania ha dichiarato che il suo paese è Covid-free, libero dal virus, ma continua ad impedire la libertà di parola ai suoi medici e sono mesi che l’OMS non riceve dati sulla pandemia dalla Tanzania.

In questo momento, mentre una parte dell’umanità, personale sanitario, ricercatori, operatori umanitari in testa, sta cercando su basi scientifiche di sconfiggere il COVID-19 e di mettere in evidenza le conseguenze devastanti delle diseguaglianze sociali, un’altra parte si attesta su posizioni “negazioniste”, pericolose sia perché il Coronavirus è più che mai in espansione nel mondo, sia perché chi le esprime ha un’influenza mediatica notevole su una parte della popolazione.

È sempre più indispensabile considerare gli “effetti collaterali” della pandemia. Le malattie della povertà sono in forte aumento, soprattutto in paesi dove la Sanità è quasi esclusivamente privata ed i sistemi sanitari pubblici estremamente fragili. La crisi economica e l’assenza di uno stato sociale in gran parte dei paesi della Africa Sub-Sahariana stanno creando un ulteriore impoverimento delle classi più deboli già da sempre emarginate. E la malnutrizione colpisce milioni di famiglie.

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