Vaccini, guerre e superstizioni

Maggio 2021

“La carestia, la peste e la guerra – scrive Voltaire nel Dizionario Filosoco – sono i tre ingredienti di questo mondo più famosi.” A distanza di 300 anni potrebbe essere il pensiero che attraversa le menti di donne e uomini del Tigray, la regione nel Nord dell’Etiopia, che da mesi subiscono le violenze della guerra scatenata dal primo ministro etiopico Abyi (premio Nobel della pace 2019!) e dal suo collega Afewerki, dittatore dell’Eritrea. Amnesty International, molte organizzazioni umanitarie ed anche il capo della Chiesa ortodossa Etiope riportano notizie terribili: stragi di civili, violenze e stupri di massa, pulizia etnica, distruzione dei raccolti, blocco dei prodotti ed aiuti alimentari e la fame utilizzata come arma di distruzione di massa. Veri a propri crimini contro l’umanità. Tutto questo in piena pandemia di SARS-Covid, senza controllo e senza vaccini.

Malattie, carestia e guerre rimangono i cavalieri apocalittici del mondo. Un mondo dove però l’informazione decide quali popoli siano importanti e quali no, quali fatti e zone geo-politiche siano rilevanti per i titoli dei giornali e quali no. Ad eccezione di poche testate, sulla stampa italiana o nei telegiornali non si parla della guerra in Etiopia, come di molte altre guerre dimenticate. Dimenticate dalla stampa, ma non certo dall’industria militare italiana, che rimane il decimo esportatore di armi al mondo. Da un’umanità evoluta eticamente e non solo tecnologicamente, ci si sarebbe aspettati che la pandemia che stiamo vivendo da un anno e mezzo sarebbe diventata la priorità, assoluta, e la moratoria di tutti i con􀁻itti armati una conseguenza inderogabile.

Soprattutto in un quadro generale dove l’OMS ha dimostrato ancora una volta di non essere all’altezza sia a livello centrale che nei vari uci regionali, i governi avrebbero dovuto sospendere le spese prorogabili, come costruzione di strade, megastrutture, frutto di riciclaggio e di bolle edilizie, e l’acquisto di armamenti. Investire invece in ammortizzatori sociali, social housing e Sanità per tutti, acquisendo in proprio i vaccini per la popolazione. In East Africa solo il 2% degli abitanti è stato vaccinato con i pochi vaccini arrivati a marzo e già uniti da tempo. Ad oggi non sappiamo se potremo fare i richiami nei tempi stabiliti. In Kenya, se da un lato molte persone sono state escluse dai vaccini per la scarsa quantità di dosi arrivate (1 milione su 50 milioni di abitanti), dall’altro lato una parte della popolazione non ha voluto vaccinarsi. Purtroppo il ruolo antiscientico e di controllo delle coscienze che giocano le componenti fondamentaliste delle religioni, le credenze tradizionali e le superstizioni, condizionano le scelte dei cittadini. Un’ulteriore problematica per alcuni paesi è che l’organizzazione politico-sanitaria è talmente carente ed indolente, che i vaccini sono stati lasciati scadere. Siamo ancora lontani dalla conquista sociale per cui doveri civili e senso del bene comune diventino materia di insegnamento fondamentale nelle scuole.

In questo difficile momento storico pieno di contraddizioni, a volte disperante, vorremo avere un’informazione onesta intellettualmente, che vada aldilà del pregiudizio e che racconti la verità dei fatti senza essere sempre costretta ad essere politically correct.

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