Con il progressivo aumento dei casi di infezione e morte da COVID-19, le restrizioni imposte in Kenya, come il lockdown o il coprifuoco dal tramonto all’alba, hanno fortemente condizionato la vita di tutti i giorni. Questo, come ad altre latitudini, influenza direttamente ed indirettamente percezioni, umore e paure delle persone, dando luogo a comportamenti adattivi e meccanismi di difesa. World Friends, in collaborazione con il Ruaraka Uhai Neema Hospital, l’Università di Milano e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRCCS), ha condotto un’indagine anonima per valutare la percezione e l’impatto del COVID-19 negli insediamenti informali di Nairobi Nord-Est, dove vive la maggior parte dei beneficiari dei progetti di World Friends. I dati sono stati raccolti dai Volontari Sanitari di Comunità con lo scopo di indirizzare gli interventi successivi, volti a migliorare alcuni aspetti della qualità della vita, in particolare per le persone che vivono in condizioni più vulnerabili.
Aumento del tasso di disoccupazione, riduzione del reddito e perdita del lavoro nel settore formale e informale sono stati solo alcuni tra gli effetti negativi del COVID-19 che hanno peggiorato lo stato di sicurezza alimentare, la povertà e l’accesso a servizi essenziali come la sanità o la disponibilità di acqua e servizi igienici per i membri delle comunità vulnerabili.
Prima della pandemia da COVID-19, in Kenya il sistema sanitario ha sempre affrontato difficoltà nella gestione di servizi e bisogni sanitari primari e secondari. Condizioni respiratorie pregresse e malattie croniche come asma e tubercolosi o malattie non trasmissibili come diabete, patologie cardiovascolari e anemia falciforme, che già mancano di un’adeguata assistenza, sono tra i maggiori fattori di rischio di infezione da COVID-19. Ciò ha anche portato ad una crescente stigmatizzazione sia da parte della comunità, che degli operatori sanitari.
L’obiettivo delle interviste era di esplorare l’impatto psicologico della quarantena durante la pandemia da COVID-19 in Kenya, prendendo in considerazione i probabili effetti sul benessere psicologico e i fattori che contribuiscono o al contrario mitigano questi effetti.
L’indagine ha contribuito ad identificare situazioni vulnerabili e bisogni emergenti e ha facilitato la risposta alle necessità individuate. I dati sono stati raccolti negli scorsi due mesi e saranno analizzati grazie al supporto dell’Istituto Mario Negri. Ci auguriamo che questo indirizzerà correttamente gli interventi mirati al miglioramento della qualità della vita delle persone.