Oltra la Pandemia
Dicembre 2020
Annus horribilis, non potremo mai dimenticare il 2020. E i giorni del Natale saranno ancora per tutti un difficile tempo di separazione.
Coloro che credono che malattie e catastrofi siano punizioni degli dei vendicativi sono sempre esistiti. Questa volta però i catastrofisti devoti si sono moltiplicati anche perché è innegabile che questo virus abbia davvero un forte significato simbolico. Il COVID ci ha lasciato senza respiro, senza odori, senza sapori, senza cammino, senza incontri. In un mondo dove le relazioni personali spesso si riducono ad uno scambio di artefatti profili sui social. Ci ha cancellato il passato, abbattendo gli anziani, patrimoni di saggezza e memorie.
Tanti medici ed infermieri si sono sacrificati dandosi senza risparmio. Gli ospedali pubblici si sono riempiti ed allora gli italiani si sono accorti del valore assoluto della Salute come diritto, garantito dalla sanità pubblica pagata con le tasse.
Dall’altra parte invece ci sono i negazionisti, senza mascherina, senza senso del bene comune. Tra questi sono presenti varie categorie: alcuni politici che hanno contribuito a distruggere la sanità e la scuola pubbliche, smontato lo stato sociale, accentuato a dismisura le diseguaglianze; e poi gli antiscientifici, i revisionisti della Storia, i cattivi maestri che insegnano ai giovani che non c’è mai una giusta parte in cui stare e per cui lottare ma tutto si confonde ed alla fine il mondo è dei furbi e non si può cambiare.
Qui a Sud del mondo è ancora più dura soprattutto nelle periferie urbane dove la società civile è molto debole, la disoccupazione altissima e la condizione di malattia permanente. La pandemia non ha fatto altro che accentuare i problemi di sempre. Fame e malnutrizione, violazione dei diritti e brutalità, abusi e violenze domestiche, ulteriore diminuzione dell’accesso ai servizi sanitari.
World Friends in Kenya è una delle poche organizzazioni che ha mantenuto tutto il personale sul campo, senza lasciare il paese. Il nostro non è un lavoro che si può fare a distanza. Abbiamo affrontato insieme la pandemia diffondendo prevenzione e mezzi di protezione fin dall’inizio. Sfidando il coprifuoco ed i posti di blocco si è garantito un servizio di ambulanze per le emergenze ostetriche delle donne degli slum. È stato costruito un grande deposito di ossigeno liquido per l’ospedale di Neema, un segno importante anche per la sostenibilità futura. Tutto questo è stato possibile grazie alla generosità dei nostri donatori e amici.
Nel mondo stanno aumentando a dismisura diseguaglianze, violenze e guerre, distruzione della terra e del suo ecosistema.
Nell’attesa fiduciosa di vaccini e cure, una terapia contro il virus ce l’abbiamo già nel ritornare a sperare, a resistere insieme, a formare comunità resilienti cercando di non perdere un’occasione straordinaria di costruire un nuovo modello sociale.
Di tutto questo anno ci sono rimasti gli occhi dei volti degli altri oltre le mascherine. Occhi che interrogano, che sorridono, che hanno paura. Il bambino sacro che rinasce ogni anno a Natale, questa volta me lo immagino con la mascherina. E nei suoi occhi vorremmo contemplare la giustizia, la pace, la guarigione.