Una normale giornata al Neema Hospital

Mercoledì 17 Novembre 2021

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#Parte 2

Sono quasi le 13. Antonio ed io ci stiamo avviando alla mensa quando incontriamo una giovane donna visibilmente disperata. I chirurghi avrebbero dovuto operare la giovane figlia questa mattina, ma, a causa di altre emergenze e casi più gravi, l’operazione è stata rinviata al giorno successivo.

Antonio comprende subito le ragioni della donna, la quale ha dovuto fare enormi sacrifici per assentarsi dal lavoro per un paio di giorni allo scopo di seguire la figlia, e decide di eseguire immediatamente l’intervento. La sala operatoria viene nuovamente preparata e gli anestesisti ritornano subito dalla loro breve pausa.

La bambina necessita di un’operazione ad entrambi i piedi, torti, che, in questo caso, non può essere corretta con una “semplice” ingessatura. Non appena la giovane paziente si addormenta, Antonio effettua un’incisione poco sopra il tallone ed allunga il tendine, allo scopo di correggere la malformazione. La stessa procedura viene ripetuta per l’altro piede. Infine, la piccola viene ingessata e trasferita nella saletta vicina. L’operazione è durata più di due ore ed ha avuto un esito positivo. In poco tempo la ragazzina potrà camminare correttamente.  

Antonio compila la documentazione e successivamente andiamo a visitare i pazienti che sono stati operati questa mattina. Mi colpisce, come sempre, la grande sensibilità del dottor Melotto quando, durante le visite, si accerta delle condizioni dei pazienti e rassicura i genitori degli stessi.  

Ci dirigiamo quindi in Guest House e, durante il tragitto, incontriamo il Dottor Morino, che è visibilmente stupito nel vederci ancora in giro. Sono infatti le quattro e non abbiamo ancora pranzato. Mangiamo velocemente un boccone, ma poi torniamo subito in ambulatorio: questa mattina, mentre noi eravamo in sala operatoria, sono arrivati altri pazienti. Molti sono stati visitati dal personale del Neema Hospital, ma alcuni sono ancora in attesa ed Antonio desidera visitarli prima che la giornata volga al termine. Tra i pazienti in attesa ci sono anche oggi molti bambini affetti da disabilità: paralisi, convulsioni, epilessia, malformazioni. Leggo l’ansia, la tristezza e la rassegnazione nei volti dei loro genitori. Assisto impotente.  

E’ tardi ed il sole sta per tramontare. Gli ultimi raggi di sole illuminano di traverso i reparti del R.U. Neema Hospital, ormai quasi deserti. Un’altra lunga giornata sta per finire. E’ quasi ora di cena quando ci avviamo nuovamente verso la Guest House. Mentre, taciturno, cerco di mettere ordine alle emozioni che anche oggi ho vissuto, Antonio afferma che non è per alcuna ragione accettabile rimandare le visite di pazienti affetti da disabilità, a maggior ragione se tra loro ci sono dei bambini. Per questo, quando è a Nairobi, fa del suo meglio per visitarne quanti più possibile. Lo staff locale, che ha ricevuto da lui e altri professionisti formazioni e training ed è altamente qualificato, non sempre riesce a stare dietro alle numerose richieste.

Custodisco questo suo pensiero nella mia memoria, dove rimarrà per sempre impresso. 

Foto di Marco Leoncino.

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