Il 6 febbraio si celebra la Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili. La giornata istituita dall’ONU ha come obiettivo la sensibilizzazione e la lotta a questa pratica. La mutilazione genitale femminile (FGM) si riferisce alle procedure che comportano l’alterazione o il danneggiamento dei genitali femminili per ragioni non mediche. Le FGM sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani di donne e ragazze. La pratica, oltre a violare i diritti delle donne alla salute, lede il diritto a non subire tortura e può causare la morte.
Dati sulle FGM
Le mutilazioni genitali femminili vengono praticate principalmente in Africa e in Medio Oriente, ma è comune anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina. Inoltre la pratica è diffusa anche tra popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord dell’America e Australia.
Ad oggi:
• Almeno 200 milioni di donne e ragazze hanno subito qualche forma di FGM.
• Solamente nel 2020, 4.1 milioni di ragazze nel mondo sono a rischio di essere sottoposte alla FGM.
• Entro il 2030, data la tendenza attuale, 15 milioni di ragazze tra i 15 ed i 19 anni verranno sottoposte alle FGM.
• 44 milioni di ragazze di età pari o inferiore ai 14 anni hanno subito FGM.
• I giovani tra i 15 e 19 anni nei paesi in qui la FGM è prevalente sostengono la pratica in percentuali ampiamente minori rispetto agli adulti tra i 45 e i 49 anni.
• In molti paesi in cui la FGM è prevalente le ragazze hanno possibilità drasticamente minori di essere sottoposte alla FGM rispetto alle loro madri e nonne.
Unleashing Youth Power
Per eliminare le FGM è fondamentale sensibilizzare la popolazione mondiale, soprattutto le nuove generazioni. Per questa ragione il tema della Giornata di quest’anno è “Scatenare il potere della gioventù: un decennio di azioni accelerate per zero mutilazioni genitali femminili”. Sebbene la pratica sia in circolazione da più di mille anni, ci sono ragioni per pensare che le mutilazioni genitali femminili possano finire in una sola generazione. Ecco perché le Nazioni Unite si battono per la sua completa eradicazione entro il 2030.
Risper e Gladys
I concetti chiave per la lotta alle mutilazioni genitali femminili sono diritti umani, uguaglianza di genere, educazione sessuale e attenzione ai bisogni delle donne e delle ragazze. Sono necessari sforzi comuni per coinvolgere le comunità in questo processo. Dallo scorso anno World Friends e CrescereInsieme promuovono il progetto Il Femminile di Uguale. Obiettivo del progetto è la sensibilizzazione della cittadinanza agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare il numero 5, la parità di genere.
La storia delle sorelle Risper e Gladys offre uno sguardo genuino sul dramma della FGM. Nelle zone rurali degli altopiani maasai la FGM è intesa come un “rito di passaggio”. La giovanissima Risper ha subito questa pratica all’età di 10 anni per poi essere data in sposa. La sorella minore Gladys è stata più fortunata grazie all’intervento del capo villaggio, capace di convincere il padre a mandare la figlia a studiare. Scuola e istruzione sono state la via di fuga dalla FGM per la giovane Gladys, ma ancora oggi sono molte le ragazze a non condividere questo destino.
Gladys: “Voglio essere una persona migliore, voglio aiutare il villaggio e le ragazze della mia età. Perché anche io vedo le differenze: da piccola tutti i miei fratelli andavano a scuola e noi restavamo a casa. Così succede a molte ragazze nei villaggi che non vanno a scuola”.