Nairobi, 6 aprile 2020
“In ogni luogo dove l’Arte della Medicina è amata, c’è anche amore per l’Umanità.”
Il dr. Njogu, il mio collega kenyano laureato a Perugia tanti anni fa, entra nel nostro studio al Neema Hospital e legge ad alta voce questa frase che ho appena messo sulla bacheca.
“Bellissima, di chi è?”
“Ippocrate di Kos, scritta 2500 anni fa”.
Si era iniziato proprio bene, la Medicina come scienza al servizio dell’Umanità. Con un inizio cosi’ ma come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto nella gran parte dei paesi del mondo, dall’Africa all’America? A ridurre il rapporto medico-paziente a medicina commerciale, con uno che vende e l’altro che compra. La salute un bene di consumo per i ricchi.
Ero un giovane studente di medicina a Pavia, quando nel 1978 fu creato il Sistema Sanitario Nazionale, egualitario e basato sul pagamento delle tasse da parte di tutti, a seconda del reddito. La legge non fu che l’attuazione, dopo 30 anni, dell’articolo 32 della Costituzione Italiana. l’OMS da qualche anno parla di “Universal Health Coverage”, copertura sanitaria universale, come quasi fosse un nuovo diritto a cui aspirare. Quando il diritto alla salute è stato sancito anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. Ma l’Italia e’ arrivata prima con la sua Costituzione e poi col suo Sistema Sanitario ha dato al mondo una delle massime testimonianze di civiltà. Uno degli aspetti più drammatici del Covid è la strage degli anziani. Perdita di un patrimonio di saggezza, di esperienza, di memoria. Soprattutto di memorie. Quante lotte, quanto sangue per arrivare alla Costituzione, ineguagliabile fusione di libertà e giustizia. Ma la memoria che tiene vivo il senso democratico è andata affievolendosi. Purtroppo già nel 1992 con il D.L. che istituiva le Aziende Sanitarie Locali e decentrava in parte alle regioni, è cominciata la distruzione sistematica della Sanità Pubblica. L’introduzione del termine “azienda” ha aperto la via a concetti commerciali di fatturato, di profitto, che nulla dovrebbero aver a che fare con la Medicina, con l’Arte Umanitaria di Ippocrate. E poi da lì tagli da decine di miliardi, riduzione di migliaia di medici, chiusura di ospedali e presidi sul territorio, togliendo fondi all’educazione sanitaria ed alla prevenzione in favore della medicina ultraspecialistica e “redditizia” e spalancando le porte ad accreditamenti e convenzioni con strutture e cliniche private. E a seguire l’instaurazione del numero chiuso a Medicina, senza alcune programmazione adeguata neanche per le scuole di specialità. E lo stesso discorso vale per la scuola pubblica. Intontita da decenni di informazione e televisione spazzatura, distolta dai reali problemi, le gente è stata portata a vedere nemici dappertutto. Ora che il nemico vero, concreto e drammatico è arrivato, speriamo che le coscienze addormentate si risveglino. E si sente il coro di grazie a medici ed infermieri da parte dei politici, artefici delle aziende sanitarie e dei tagli. Ma anche i grazie sui giornali, giornali usati fino all’altro ieri spesso per parlare solo di malasanità e di negligenza medica. Il grazie da una parte di persone, che fino all’altro giorno sostenevano i no vax che minacciavano di morte gli scienziati, o si affidavano a diagnosi di ciarlatani su internet, o assalivano i medici negli ambulatori o distruggevano i pronto soccorsi.
Che il tempo sospeso di questi mesi ci porti ad una profonda riflessione sul vero bene comune.
Dr. Njogu aggiunge “Quando ero arrivato in Italia per studiare, venendo dal Kenya, uno dei paesi con la più alta diseguaglianza sociale al mondo, la cosa che più mi aveva stupito era la sanità pubblica per tutti, un diritto del cittadino!”
Gli suona il telefono “Mi chiamano dallo screening all’entrata dell’ospedale. Paziente sospetto Covid. Devo prendere una mascherina FFP2, una delle ultime rimaste. Non so come faremo. I casi stanno aumentando. Non abbiamo nessun sostegno”.