Stefania Paracchini, Project Manager di “Mother and Child Health Referral Network”, presenta i risultati del progetto a Washington, durante l’incontro conclusivo di SHOPS (Strengthening Health Outcomes through the Private Sector), programma che tramite il proprio HANSHEP – Health Enterprise Fund, ha finanziato la suddetta iniziativa. L’evento mette in evidenza i risultati conseguiti nello sviluppo di soluzioni innovative e replicabili perseguite da soggetti del settore sanitario privato, a favore dei Paesi in Via di Sviluppo in cui operano e che rispondono a problematiche riguardanti l’accesso all’assistenza sanitaria da parte delle fasce povere della popolazione dell’Africa Subsahariana.
Come nasce l’idea del progetto?
“L’idea del progetto nasce dal nostro obiettivo primario: offrire assistenza sanitaria di qualità alla popolazione indigente delle baraccopoli di Nairobi. Scopo fondamentale del Ruaraka Uhai Neema Hospital, è quello di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 4 (ridurre la mortalità infantile) e 5 (migliorare la salute materna) in Kenya. Nello specifico, tale struttura, promuove l’accessibilità di servizi di prevenzione, diagnostici e curativi per i pazienti delle baraccopoli di Nairobi Nord- Est e mira a migliorare lo stato di salute di madri, bambini ed adolescenti della medesima area. L’ospedale è cresciuto molto negli anni, e oggi rappresenta uno dei principali ospedali materno – infantili della sub-contea di Ruaraka (ca 500.000 abitanti). Assistiamo ad un costante aumento del numero dei pazienti, alcuni dei quali beneficiano di assistenza medica gratuita, altri invece, appartenenti alla classe medio – bassa, usufruiscono dei servizi del Ruaraka Uhai Neema Hospital corrispondendo contribuiti coerenti con le proprie capacità finanziarie – ovvero godendo di tariffe sussidiate. Nello stesso tempo, anche la struttura dell’ospedale si è ampliata ed è migliorata, continuando ad offrire professionalità in un ambiente pulito e accogliente. Questo ha fatto sì che sempre più membri della classe media e medio-bassa facessero riferimento. Il progetto “Mother and Child Health Referral Network” nasce dunque con l’ambizione di aumentare di pari passo anche l’afflusso dei pazienti delle baraccopoli, il target primario dell’ospedale”.
Il progetto prevedeva la creazione di una rete tra l’ospedale e alcuni centri sanitari presenti negli slum, come è stata creata?
“Per prima cosa abbiamo selezionato strutture presenti negli slum per creare una rete in grado di collaborare e garantire assistenza medica di base e di qualità alla popolazione delle baraccopoli. La selezione di cinque centri è avvenuta identificando una serie di strutture potenzialmente compatibili con il funzionamento della rete così come ideato, in collaborazione con l’Ufficio distrettuale del Ministero della Salute, e in seguito conducendo una valutazione della performance e della natura di ognuna di esse in base a criteri predefiniti. Importante è stata la collocazione dei dispensati che dovevano essere presenti nelle baraccopoli in cui già operiamo e non troppo distanti dalla nostra struttura ospedaliera. Un altro fattore rilevante è stata la finalità sociale dei centri sanitari, la quale deve rispecchiare la nostra missione: offrire servizi di qualità accessibili ai residenti indigenti e vulnerabili delle baraccopoli”.
Che tipo di attività sono state realizzate?
“È stata creata una vera e propria rete composta dal RU Neema Hospital e dalle 5 strutture di livello inferiore selezionate. Le attività realizzate sono statele seguenti: riabilitazione infrastrutturale degli spazi dedicati al materno – infantile, acquisto e installazione di attrezzatture e strumentazione pediatrica e ostetrica, formazione clinica in ambito materno infantile – ad esempio moduli concernenti Emergency Obstretric Care, Emergency Neonatal Care, etc – , programma di monitoraggio e valutazione delle performance dei medesimi centri. Il nostro scopo era quello di potenziare quest’ultimi da un punto di vista strutturale e professionale, al fine di garantire assistenza sanitaria di base che sia efficace e di qualità. Allo stesso tempo a questi partner è stato concesso di riferire gratuitamente presso il RU Neema Hospital, i casi materni e pediatrici più gravi e complessi ce non sono in grado di gestire; poter accogliere l’atteso flusso aggiuntivo di pazienti riferiti, l’ospedale ha quindi realizzato una nuova ala nel proprio reparto di maternità, una seconda sala operatoria ed il nuovo reparto di Pediatria. E’ inoltre stato avviato un servizio di ambulanza proprio, per rispondere in primis alle emergenze ostetriche e pediatriche. È importante considerare che a Nairobi esistono solo compagnie private di ambulanze, le cui tariffe sono insostenibili per la maggioranza della popolazione e che, per motivi di sicurezza, non servono gli insediamenti informali della città. Tramite tale dipartimento autonomamente gestito, invece, possiamo rendere questo servizio accessibile a tutti”.
Che tipo di visibilità ha dato la partnership con le cliniche partner?
“Sicuramente ha offerto al RU Neema Hospital una maggiore visibilità nelle baraccopoli, facendoci sempre più conoscere dalle comunità degli slum il cui servizio è la ragione d’essere del nostro ospedale. Conoscendoci meglio gli abitanti dell’area comprendono come il Ruaraka Uhai Neema Hospital sia aperto a tutti, accessibile per chiunque in base alla proprie capacità, ed impegnato a garantire la stessa assistenza sanitaria di qualità ad ognuno dei nostri pazienti, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali. La convinzione è e rimane che il diritto alla salute sia un diritto umano fondamentale, ed il suo pieno esercizio vada perseguito senza applicare discriminazione alcuna”.