Quando è iniziato questo percorso? Come nasce la scelta di supportare attivamente e in prima persona i nostri progetti nelle baraccopoli di Nairobi?
Ho sempre cercato un’associazione di volontariato che mi permettesse di mettere la mia professionalità al servizio di persone che ne avessero bisogno. Per diversi motivi non sono mai riuscito a farlo. Nel 2007 dopo aver cambiato posto di lavoro ho conosciuto un collega, che è diventato subito un grande amico, e che mi ha raccontato l’importante lavoro di assistenza sanitaria realizzato da World Friends a sostegno delle persone che vivono nelle baraccopoli di Nairobi. Ho subito deciso di offrirmi volontario e di partire con lui come volontario.
Dopo aver preso questa decisione il collega si è ammalato di una grave forma di tumore del sangue, dalla quale fortunatamente è guarito. Durante la sua malattia ho iniziato a studiare le patologie che avrei dovuto affrontare, completamente diverse da quelle che tratto abitualmente in Italia, perché in me si sviluppata la convinzione che dovevo assolutamente aiutarlo a portare avanti il suo progetto. Non potevo lasciarlo da solo. Così il 24 maggio 2011 per la prima volta entravo al RU Neema Hospital di Nairobi con il mio amico, il Dr. Antonio Melotto e da quel giorno ci torniamo insieme ogni 6 mesi.
Siamo impegnanti nel progetto del trattamento della disabilità dei bambini negli slum di Nairobi: questo mi permette di impegnarmi attivamente ed in maniera continuativa con la mia professione dando quindi un aiuto concreto, che vada oltre il sostegno economico.
C’è un aspetto o una caratteristica particolare di World Friends che l’ha maggiormente motivata a supportare i nostri progetti?
Ciò che maggiormente mi ha motivavo e continua a spingermi a sostenere World Friends sono le persone che la costituiscono. Sono i ragazzi italiani, che arrivano in ufficio, nella sede di Nairobi alle 8 di mattina e la sera tardi sono ancora lì, perché devono completare un progetto a cui stanno lavorando e che non possono assolutamente ritardare. E’ il personale keniano del RU Neema Hospital che una volta tornati in Italia segue il lavoro che abbiamo fatto portandolo a termine senza mai dimenticare di tenerci informati di tutto quello che succede.
Cos’è che più l’ha colpita della nostra associazione?
Che una associazione possa pensare, organizzare e portare a buon fine un numero così elevato di progetti con uno staff così ridotto come quello di WF.
C’è un particolare progetto a cui si sente più legato e che ritiene possa rappresentare il “valore aggiunto” di World Friends?
Il progetto a cui sono naturalmente più legato è il RU Neema Hospital. Il suo valore aggiunto è rappresentato dal fatto che non è una cattedrale nel deserto ma è fortemente radicato all’interno delle baraccopoli di Nairobi con le sue propaggini, rappresentate dai Medical Camp e dalle sezioni di fisioterapia. L’assistenza sanitaria, in questo modo, è presente fisicamente e diventa fruibile all’interno di realtà che altrimenti non ne avrebbero la possibilità. Altra caratteristica che ritengo estremamente importante tra le attività del RU Neema Hospital è il progetto mother&child. Solo seguendo le madri durante la gravidanza, facendole partorire all’interno di una struttura sanitaria e dando loro assistenza nel post-partum si possono prevenire e curare le patologie che potrebbero portare ad avere neonati e successivamente bambini con problemi
Tre parole chiave per dire cosa pensa di WF?
Concreta, giovane, affidabile.
Lei è testimone dell’impegno e del sostegno che una singola persona può dare ad un ONG. Sono le piccole cose che fanno la differenza. Perché suggerirebbe di seguire World Friends? Perché Fidarsi di World Friends?
Le persone che mi conoscono hanno iniziato a sostenere World Friends semplicemente sentendo il mio entusiasmo nel descrivere quello che realizza. Ma se ciò non bastasse, gli direi di guardare il bilancio per verificare la percentuale di introiti che viene destinata ai progetti e di confrontarla con quella di un’altra qualsiasi ONG. Sarebbe evidente che quasi tutto quello che entra nelle casse di World Friends viene destinato a sviluppare progetti umanitari. Credo che questo sia un grande merito ed un segno evidente dell’affidabilità di World Friends.