Senza titolo-1Winnie Agapito, una diciannovenne di origine sudanese, nata e cresciuta nel campo profughi di Kakuma, ci racconta la sua storia: “I miei genitori sono venuti in Kenya nel 1994 quando sono fuggiti dal Sudan per evitare la guerra. La vita nel campo non è facile, ma grazie al costante aiuto delle organizzazioni non governative, riusciamo quantomeno a sopravvivere. Ho frequentato la scuola fino alla prima media, siamo tre fratelli e purtroppo non avevo la possibilità di continuare gli studi. Il 28 dicembre 2015 sono andata in ospedale a Kakuma, per partorire il mio primo bambino. Dopo avermi esaminato, I medici mi hanno comunicato che il feto era posizionato male e non sarei riuscita partorire naturalmente, così ho subito un taglio cesareo. Tornata a casa ho cominciato ad avere forti dolori al basso ventre e il Consiglio Nazionale delle Chiese del Kenya (NCCK), attivo nel campo, mi ha portato a Nairobi per fare degli accertamenti più accurati. Ho dovuto lasciare il mio bambino alla cura di medici che lavorano a Kakuma, sono stata portata al Ruaraka Uhai Neema Hospital dove sono stata ricoverata per 5 giorni. Grazie al trattamento che ho ricevuto adesso sto molto meglio e sono felice di poter tornare dal mio bambino e dalla mia famiglia. Ringrazio gli infermieri e i medici, che si sono presi cura di me nonostante io sia una rifugiata.”

Kakuma è una città situata nella contea di Turkana, nella regione nord-occidentale del Kenya. Questa città ospita uno dei più grandi campo profughi del Kenya fin dai primi anni ’90. Nel 2014 è arrivato a contare 164.000 persone, rifugiati fuggiti dai paesi d’origine a causa di guerre o persecuzioni. Nata principalmente per i sudanesi è cresciuto sempre più dando rifugio a persone che arrivano da Somalia, Etiopia, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Uganda e Ruanda.

Attraverso una stretta collaborazione tra World Friends / Ruaraka Uhai Neema Hospital e il Consiglio Nazionale delle Chiese del Kenya (NCCK) – con il sostegno finanziario del Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) – l’intervento mira a dare anche ai rifugiati la possibilità dii accedere a cure mediche di qualità, in linea con la nostra principale missione: difendere il diritto alla salute per tutti I popoli in ogni circostanza.

 

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