Francesca Conte, 32enne di Treviso, specializzata in medicina dello sport, è arrivata a Nairobi lo scorso 8 giugno e ha collaborato con World Friends realizzando numerosi corsi di formazione per infermiere e staff medico locale. La Dottoressa Conte ci ha raccontato la sua esperienza….
“Era molto tempo che avevo il desiderio di fare un’esperienza di volontariato. Questo è il primo anno che riesco a ritagliarmi qualche settimana libera da ogni impegno di studio e lavoro. Avevo tuttavia poco tempo a disposizione e ho cercato di impegnarmi in qualcosa che potesse essere realmente utile alla popolazione locale. Non avendo alcuna abilità chirurgica, e non volendo venire in Africa come medico generico per pochi giorni, ho optato per un progetto di formazione nella speranza che questo possa portare maggiori benefici a lungo termine. Grazie alla preziosa collaborazione del Dottor Morino, abbiamo individuato alcuni temi importanti per l’aggiornamento del personale locale: corsi di BLS (basic life support), ALS (advanced life support) e di lettura di base dell’elettrocardiogramma. Tutte le lezioni prevedevano una parte teorica e una pratica: ogni studente ha avuto la possibilità di verificare sui diversi manichini le manovre corrette del massaggio cardiaco e l’uso di altre strumentazioni.
Ho sempre amato l’insegnamento e avere la possibilità di condurre lezioni in un paese africano è stata un’esperienza unica. Poter osservare da vicino una realtà così diversa dalla nostra è stato in parte scioccante. Mi hanno colpito particolarmente le condizioni degli ospedali governativi: scarse condizioni igieniche, moltissimi pazienti in attesa, strumentazioni limitate e pochi dottori. Particolarmente spiazzante è stato trovare galline e capre nei cortili degli ospedali, libere di girare tra un padiglione e l’altro! Una situazione bizzarra per le nostre abitudini, ma per loro assolutamente normale.
Ho notato però che tutto il personale locale, dai medici ai clinical officer agli infermieri, è molto motivato ad apprendere nuove conoscenze. Ognuno di loro si mette alla prova e prova a migliorarsi ogni giorno, per garantire un servizio di qualità ai pazienti.
Dal punto di vista dell’insegnamento ho tenuto lezioni a classi il cui livello di preparazione era molto diverso, alcune volte è stato faticoso ripetere più volte gli stessi concetti, ma alla fine dei training sia io che gli studenti eravamo soddisfatti dei progressi! Alle lezioni hanno partecipato circa un centinaio di persone in queste due settimane. Sinceramente ho imparato anch’io qualcosa di nuovo da loro, in particolare sulla cura del neonato (non essendo io una pediatra, non ne sapevo molto prima di venire qui).
La cosa che mi ha dato più soddisfazione e che mi ha fatto quasi commuovere è stato quando alla fine di un’estenuante lezione a Ngong (dopo 2 ore di pulmino e 6 ore di teoria e esercitazioni) un’infermiera che lavora nel reparto maternità mi ha detto: “Era da anni che volevo fare un corso di BLS, ma di solito sono molto costosi e avrei dovuto spostarmi in città per farlo, poi il Signore ci ha mandato te…”
È stata un’esperienza sicuramente molto formativa per me, mi ha permesso di conoscere e toccare con mano una realtà completamente diversa da quella cui sono abituata. Inoltre è stata una bella sfida insegnare a persone con un background completamente diverso dal nostro. Mi sono anche resa conto di quanto sia complessa e faticosa la vita di questi operatori sanitari: ogni mattina la sveglia era alle 5.30 o alle 6 e poi dovevamo percorrere ore di strada (non certo agevole) in pulmino per raggiungere gli ospedali periferici. Per me comunque ne è valsa la pena e sono decisamente soddisfatta, ho avuto buone risposte dai miei “studenti” e spero sul serio che quello che ho insegnato loro possa essere utile nella pratica clinica quotidiana.
Ringrazio tutto lo staff di World Friends che mi ha accolto in modo splendido, facendomi sentire come a casa! Tutto era stato organizzato nel migliore dei modi, dagli spostamenti alla strumentazione durante le lezioni! Complimenti davvero a questi ragazzi.”