Lucia Pincerato è tornata da Nairobi
Lun, 04/20/2015 – 12:57 | redazione151
Acqui Terme. È grazie a Don Paolo Cirio che possiamo raggiungere, telefonicamente, l’ultima volontaria World Friends, tra l’altro del nostro territorio, che ha fatto ritorno, un paio di settimane fa, da Nairobi.
E’ Lucia Pincerato di Rivalta Bormida, una giovane studentessa universitaria di 23 anni.
Sei domande sei
Cosa ti ha portato in Africa?
“La mia tesi di laurea magistrale. Dopo gli studi acquesi al Liceo Classico “Saracco”, mi sono iscritta alla Triennale in Scienze Politiche – Relazioni Internazionali, presso l’Università di Pavia. Ora, dovendo approfondire gli Studi dell’Africa e dell’Asia, ho immaginato ad un lavoro originale sul rapporto tra Educazione materna e mortalità infantile. Gianfranco Morino è un amico di famiglia… naturale pensare al Neema Hospital e alle baraccopoli del nord est di Nairobi”.
Quanto sei stata giù? E come hai operato, di preciso?
“Giusto un mese, dal 20 febbraio al 21 marzo. Una esperienza assolutamente nuova, su cui però avevo già meditato da tempo, sin dalle Superiori. Facilitata dall’amicizia con i figli di Gianfranco Morino.
Dopo una settimane, dieci giorni di ambientamento non è difficile vivere a Nairobi nelle strutture World Friends. Certo: sono stata sempre accompagnata, al massimo facevo la spesa da sola al super market a poche centinaia di metri dall’ospedale. Fondamentale, nel lavoro condotto nelle baraccopoli, dove ho realizzato circa 500 interviste, è stata l’opera dell’interprete locale. Anche perché la lingua inglese è molto mischiata alla parlata zuaili. E, poi, vedendomi con una persona della loro etnia, le madri che ho incontrato rispondevano, credo, molto più volentieri…”.
Ci proponi qualche anticipazione, molto generale, circa gli esiti del tuo studio?
“Le donne keniane, in genere, assolvono un percorso scolastico primario di otto anni, che concludono a 14/15 anni. Qualcuna frequenta le superiori, ma, in genere, a 19/20 anni hanno già il loro primo figlio. Siano esse cristiane, o musulmane, per loro la famiglia è un valore molto forte: posso dire che ho ascoltato poche donne divorziate, o single…”.
E’ corretto dire che, in fondo, il tuo è stato una sorta di “controllo di qualità” sul lavoro di World Friends?
“In un certo senso sì. Perché i progetti di informazione ed educazione WF sono davvero assai buoni. Si coglie molto bene come proprio la lunga consuetudine di chi opera, da tanto tempo a Nairobi, permetta una calibratura straordinaria- mente efficace delle misure. Quando il dott. Morino mi ha accompagnato nella visita all’ospedale, e alla nuova pediatria, quasi pronta, mi sono resa conto di come questa sia una realtà veramente dinamica. A Gianfranco le idee non mancano…; e poi la realtà è giovane, si coglie l’entusiasmo. E’ vero ci sono gli italiani, gli europei, ma per il 90% degli impiegati de Neema son keniani.
Lontanissima l’idea che qui ci possa essere il rischio di un neocolonialismo: qui lavori e impari…”.
Non è stato un momento facile, questo, per il Kenia, dopo gli attacchi e la strage all’università: pensavi a tali rischi quando eri a Nairobi?
“Stare in Kenia fa sì che le situazioni si percepiscano in modo diverso. Paradossalmente l’allarmismo è più facile sentirlo dall’Italia. Certo: quando son partita i miei familiari erano preoccupati. L’attacco terroristico c’è stato quando io ero già tornata a casa. Le mie quattro settimane han costituito un periodo piuttosto tranquillo. Ma dai cooperanti con più esperienza ho appreso come il periodo di Pasqua, forte e sentito, avrebbe potuto essere delicato.. anche in passato qualche attentato, o qualche azione intimidatoria era stata riscontrata, ma non nei modi di cui tv e giornali ci han informato”.
Tornerai in Africa, a Nairobi?
“Penso di sì: magari con il Master: E, allora, penso che lo stage possa durare anche tre mesi …” .
Intervista a cura di G.Sa
Grazie di cuore da tutto lo staff di World Friends a Lucia Pincerato.