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Nel 1999 l’HIV è stata dichiarata catastrofe nazionale in Kenya, questo a causa dell’elevato numero di morti che stava causando.   All’epoca le informazioni su questo virus erano minime e quando ad una persona veniva diagnosticata questa malattia la reazione più diffusa era quella di sentirsi condannati a morte. Tale era lo sconforto che alcuni arrivarono addirittura al suicidio.

Oggi la situazione è fortunatamente cambiata e per la maggior parte dei keniani un risultato positivo in un test HIV non è più una condanna a morte. In molti ospedali sono stati aperti centri di assistenza dedicati (Comprehensive Care Centers – CCC ) e, per fortuna, esistono ora dei trattamenti specifici grazie ai quali è possibile prevenire la trasmissione del virus da madre a figlio.

In questi giorni il Ruaraka Uhai Neema Hospital, in collaborazione con l’Aids Healthcare Foundation (AHF), ha realizzato un evento speciale per celebrare la guarigione di 50 bambini che, dopo 18 mesi di cure, da sieropositivi sono diventati sieronegativi nonostante siano nati da madri sieropositive.

Anne è una delle mamme sieropositive che hanno partecipato all’evento portando la loro testimonianza – “Era l’anno 2004. Mi ero appena sposata. E’ stata una grande gioia quando ho scoperto di essere incinta; tuttavia, quando sono andata alla mia prima visita ginecologica sono risultata positiva al test dell’HIV. Non volevo crederci e sono tornata a casa negando la malattia: non ho preso i farmaci che mi avevano prescritto. Poco dopo il parto il mio bambino morì. Ho concepito una seconda volta e, purtroppo, anche il mio secondo bambino è morto dopo pochi mesi dalla nascita. In quel momento ho realizzato che la causa di tutto questo era la mia sieropositività. Ho deciso di parlarne con mio marito e abbiamo deciso di sottoporci insieme ad un test dell’HIV. Per lui il risultato è stato negativo e fortunatamente ha scelto comunque di stare al mio fianco e di sostenermi. Ho seguito sessioni di consulenza che mi hanno aiutata ad accettare il fatto di essere sieropositiva. Ho capito che nonostante la mia malattia avrei potuto vivere felice e mi sono affidata alle cure dei medici. Adesso sono una madre di bambini sani, i miei ultimi nati sono due gemelli! Li guardo con la consapevolezza della loro condizione di salute e so che vivrò a lungo per vederli crescere. Qualsiasi madre che convive con l’HIV dovrebbe assicurarsi di proteggere i suoi bambini dal contagio prima di ogni altra cosa “.

Per Mary Ngima, responsabile del Comprehensive Care Centers – CCC del Ruaraka Uhai Neema Hospital, è una grande gioia vedere questi bambini vivere una vita sana. “Questo è uno dei giorni più importanti della mia vita, perché oggi, vedendo questi bambini sorridere, mi rendo conto del valore che ha il lavoro del nostro dipartimento”.

Da più anni World Friends si impegna per rinforzare le infrastrutture sanitarie e migliorare la formazione degli operatori locali impegnati nella lotta all’HIV.

Dal 2013 il Ruaraka Uhai Neema Hospital ha ottenuto un importante accreditamento dal governo del Kenya grazie al quale ha cominciato a ricevere i farmaci per la terapia antiretrovirale dei malati di AIDS.

Centinaia di pazienti sono già stati inseriti nel programma terapeutico.

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